Il restauro di vetrate artistiche è la prima attività di Emanuela Di Bella, ed è anche oggi una parte importante del suo lavoro, poichè sono rimasti pochi gli artigiani che sono in grado di riprodurre un vetro piombato antico, tanto più se dipinto con la grisaglia.
La tecnica della legatura a piombo è usata oggi solo per il restauro delle vetrate antiche o destinate alle chiese, poichè il piombo è un metallo tossico per le persone e va evitato negli ambienti nei quali questo può avvenire.
Oggi il designer è quasi sempre anche l’esecutore del vetro piombato, mentre prima erano due figure distinte. Dal medioevo in poi era necessario il progettista, quasi sempre un pittore, che dipingeva l’intero cartone della vetrata e un gruppo di tagliatori del vetro che eseguivano i tagli e le saldature dei profilati in piombo con un maestro vetraio che li guidava.
Oltre 1000 anni della storia del vetro piombato ha seguito molti stili, secondo la domanda del committente, che in primo luogo solo la chiesa, poi laici e borghesi, il gusto dell’epoca, la personalità del pittore designer e il paese di provenienza o di collocazione dell’ opera.
Alla fine del XIX secolo Louis Comfort Tiffany, pittore e designer di New York, inventa un nuovo modo di legare il vetro sostituendo il profilo di piombo con un sottile nastro di rame avvolto intorno al perimetro delle piastrelle vetrose e poi legate con stagno fuso. Questa tecnica ha permesso una struttura più solida, leggera e duttile, e la possibilità di rendere concava o convessa la struttura. Una vera rivoluzione! Otre questa novità egli introduce vetri di nuovo tipo, non più monocromi ma dagli effetti straordinariamente pittorici, vicini alla sensibilità ed al gusto di un pittore quale era. Oggi è la tecnica più diffusa, specialmente nelle case private e nei luoghi pubblici.
Emanuela Di Bella adopera liberamente tutte le tecniche classiche sopra descritte e la più moderna vetro-fusione, inoltre utilizza sia i vetri monocromatici tradizionali che i vetri americani stile Tiffany, aggiungendo quelli dipinti da lei stessa. Inoltre introduce materiali nuovi, quali il rame, l’argilla, i fossili, la terra nera dell’ Etna ed altro ancora: inoltre, per rendere tridimensionali le sue creazioni, inventa un nuovo modo di accostare i vetri, non solo sullo stesso piano ma su due o tre piani diversi. Alcune vetrate mostrano invece assenza di vetro come se fossero merletti o trafori, altre ancora mostrano una texture ruvida o increspata dal calore o grandi bolle dovute all’ossidazione del rame… la sperimentazione continua ad oggi su nuovi materiali da accostare al vetro o nuovi modi di lavorarlo!